Presente e futuro del trasporto a richiesta in Italia. Il workshop IBE alla Digital Green Week 2023
Offrire un servizio di trasporto pubblico nei quartieri periferici a bassa densità di passeggeri è uno degli obiettivi principali del Demand Responsive Transit (DRT). Il servizio di trasporto a richiesta in Italia nasce già negli anni ‘70 ma oggi potrebbe avere un futuro importante grazie alle tecnologie digitali che ne permettono uno sviluppo molto più efficiente.
Il tema è stato al centro del workshop “Chiamiamo noi”: le opportunità delle piattaforme di Demand Responsive Transit (DRT) che si è svolto durante il primo appuntamento della Digital Green Week.
L’incontro, organizzato da IBE Intermobility and Bus Expo, rappresenta uno degli step lungo il percorso verso l’appuntamento biennale di IEG Italian Exhibition Group del 2024 alla Fiera di Rimini, punto di riferimento per il mondo del trasporto collettivo sostenibile.
Percorsi dinamici definiti in base alla domanda
Le caratteristiche principali del servizio DRT sono state illustrate de Luca Refrigeri, Analista Osservatorio sharing mobility e portale Lesscars.
Il sistema prevede l’impiego di piccoli autobus su itinerari e orari stabiliti dinamicamente in funzione delle richieste dei passeggeri, tramite una piattaforma digitale e un’app mobile.
Questa specifica tipologia di servizio di sharing mobility si rivolge a quei contesti in cui non c’è un sufficiente volume di domanda in grado di sostenere economicamente un servizio di autobus di linea tradizionale, come accade nelle aree periferiche della città, nelle piccole città o nelle aree rurali ma anche in alcune specifiche finestre temporali.
Si tratta dunque di un servizio on demand di tipo innovativo, che oggi, grazie alla tecnologia potrebbe effettuare un salto di qualità con un match di domanda e offerta molto più efficace. È scalabile e adattabile in base alle aree da servire; il percorso e le fermate sono flessibili, definiti di volta in volta sulla domanda degli utenti, individuata grazie ad algoritmi che aggiornano continuamente le indicazioni per gli autisti.
I metodi di pagamento sono integrati nella piattaforma dedicata agli utenti.
I benefici sono molteplici e vanno dalla riduzione dell’uso dell’auto privata alla penetrazione dell’alimentazione elettrica con veicoli piccoli e leggeri, fino alle emissioni ridotte per km passeggero.
Le criticità non mancano, come è emerso durante il workshop: ad esempio uno dei bacini di utenza di questo tipo di servizio, la popolazione più anziana, è poco avvezza ai dispositivi digitali. Tra le difficoltà ci sono anche il mantenimento dell’equilibrio costi-ricavi per l’impresa e l’adeguamento della normativa di regolazione del settore.
Ma in ogni caso il potenziale oggi è molto grande e grazie alle varie sperimentazioni già avviate in Italia si potrà agire per ridurre le problematiche riscontrate.
I casi: Trieste e Ravenna
Nel corso del workshop sono state presentate due esperienze italiane di successo.
Maria Teresa Fantola, di Trieste Trasporti, ha illustrato i risultati di un servizio DRT messo in campo a Trieste in aree periferiche non servite in modo efficiente sia dal punto di vista dei percorsi che degli orari.
In questo caso sono state attivate due diverse tipologie: un servizio a chiamata puro e un servizio semi-flessibile a prenotazione in sostituzione di una linea già operativa.
Il primo è nato per soddisfare una domanda presente in aree molto periferiche che altrimenti non sarebbe stata servita, quindi di tipo integrativo rispetto all’offerta tradizionale. Il secondo ha risposto alle esigenze dell’utenza offrendo un servizio dove e quando necessario, ottenendo un incremento dell’utenza ed efficientando i tempi di percorrenza. Rispetto al servizio canonico, infatti, può effettuare deviazioni utili ottimizzando le percorrenze ed eliminando quelle inutili.
Fantola ha spiegato che il servizio ha avuto una buona risposta, soprattutto dalla clientela più digitalizzata e dai giovani.
Nicola Scanferla, Transport and Mobility Expert Planner, ha parlato della sperimentazione del servizio a chiamata nell’area di San Pietro in Vincoli, a Ravenna.
La città è caratterizzata da una fascia periurbana molto importante, Ravenna infatti ha un’estensione seconda solo a Roma. Il servizio è stato calibrato sulle tipologie di utenza che necessitano maggiormente di spostarsi in ore non di punta come anziani, studenti, lavoratori.
2 minibus da 18 posti offrono un servizio immediato via app: gli utenti prenotano, con un sistema tariffario ordinario, e i conducenti riconfigurano l’itinerario in modo dinamico, sulla base delle prenotazioni. Dopo le prime verifiche sono state apportate alcune migliorie con fasce orarie più estese, prenotazioni anticipate, e personalizzazione dell’app con maggiore attenzione alle categorie meno avvezze al digital.
Vuoi rivedere l'evento on demand? Clicca qui
Il dibattito: vantaggi e criticità in Italia
Alle due presentazioni è seguita una tavola rotonda con gli operatori del network dell’Osservatorio nazionale sharing mobility. Sono intervenuti: Ginevra Mutti, Sales & Business Development Manager International Ioki; Lorenzo Pireddu, General Manager Italy Uber; Ricardo Alcala Farrugia, Southern Europe Business Developer Padam Mobility; Anthea Greco, Responsabile Partnership Via; Emanuele Proia, Direttore Asstra; Mirko Curzi e Massimo Crudeli, Pluservice; Diego Goldesten, Moovit.
La tedesca ioki, società controllata della Deutsche Bahn, ha attivato servizi a chiamata in varie realtà, in Italia ha messo in campo collaborazioni di successo con Cotral, per quanto riguarda alcune zone rurali del Lazio, con Enel X, attivando shuttle aziendali per i lavoratori, e con Arriva Italia a Cremona con un servizio a chiamata che copre orari di morbida apportando una maggiore efficienza al sistema di TPL.
Con Uber, presente in 70 paesi e 10mila città, grazie a una tecnologia molto sofisticata si punta a superare tutta la modalità “predeterminata” per offrire un servizio solo in real time. Fermate e orari diventano totalmente flessibili con un sistema che in automatico genera un percorso ottimizzato, efficientando le esigenze dell’utenza in un percorso condiviso totalmente dinamico.
Farrugia di Padam Mobility (società attiva in Italia grazie a una collaborazione con Busitalia), ha parlato delle criticità relative all’efficientamento dei costi spiegando che con un DRT ben condotto è possibile ridurre i costi operativi.
Via ha avviato partnership in comuni in Piemonte e in Puglia e a giugno partirà una collaborazione con Autoguidovie per attivare un servizio a chiamata suburbano e notturno.
La questione della regolamentazione è stata affrontata da Emanuele Proia, Direttore Asstra.
“La mobilità ha cambiato volto a seguito della pandemia, sono emerse esigenze nuove, è cambiato lo stile di vita, la domanda di trasporto pubblico è in crescita. Tutto questo impone alle aziende di dare una risposta ancora più efficiente e soprattutto più flessibile – ha spiegato -. Il TPL per definizione è rigido ma può essere compensato con i servizi a chiamata che oggi possono contare sul grande vantaggio delle tecnologie".
E poi la questione regolatoria: “Parliamo di 'un mercato nel mercato' che richiede una regolazione nell’ambito del contratto di servizio per agevolare l’attività trasporto pubblico. I servizi a chiamata possono rispondere in modo puntuale e accurato a tutti gli obiettivi strategici di mobilità pubblica, in una logica collaborativa all’interno di un sistema strutturato”.
A Pesaro e Urbino sono state attivate collaborazioni con Pluservice, azienda di software che ora offre servizi anche per utenti finali. Il servizio si integra con quello urbano in una sinergia che risponde alle esigenze di aree con una domanda debole non raggiunta dal TPL tradizionale, integrato con servizi di carpooling e carsharing.
Anche Moovit cresce nel settore servizio a chiamata profilato sull’utente finale e nei servizi di mobilità condivisa per abbattere le barriere di accesso del trasporto pubblico.
Il servizio a chiamata, dunque, si potrebbe rivelare particolarmente importante per rispondere alle nuove esigenze di mobilità della collettività, come evidenziato anche dalle analisi delle nuove figure dei mobility manager.
Sarà, però, importante lavorare sulla scalabilità e sull’integrazione di tale modalità con il sistema tradizionale. Per questo risulta particolarmente cruciale attivarsi anche dal punto della regolamentazione per favorire maggiormente le collaborazioni con tutte le realtà legate alle nuove tecnologie, pronte ad agevolare le imprese operative sul territorio.
Tutti questi temi saranno affrontati durante gli incontri, i seminari e i dibattiti in programma a Rimini nel 2024 con la nuova edizione di IBE Intermobility and Bus Expo.
Vuoi rivedere l'evento on demand? Clicca qui