Rapporto Audimob di ISFORT sulla mobilità: è ancora l'automobile il mezzo preferito dagli italiani
Dal rapporto sulla mobilità emerge un Trasporto Pubblico ancora in difficoltà e la scelta dell'automobile come mezzo di spostamento preferito dagli italiani
Il Rapporto Audimob sulla mobilità degli italiani ci svela che l'automobile resta in cima tra le preferenze degli italiani per quanto riguarda gli spostamenti. Presentato lo scorso 26 novembre presso la sede del CNEL il ventunesimo rapporto Audimob è stato redatto da ISFORT (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti) con il contributo scientifico della STM del MIT, del CNEL e delle Associazioni AGENS ed ASSTRA. Sotto analisi la domanda di mobilità da parte degli italiani, ecco cosa è emerso dallo studio.
L'Italia, un paese fortemente legato all'automobile
Dal rapporto Audimob di ISFORT emerge come, sebbene si registri un buon andamento del trasporto pubblico locale, l'Italia dipenda ancora molto dall’automobile, con un mercato che tende si verso soluzioni ibride, ma con le auto elettriche a rappresentare solo lo 0,54% del parco circolante.
Secondo i dati analizzati infatti, nel 2023 il 65% degli italiani ha scelto l’automobile per spostarsi (dato in calo rispetto al 2022 ma superiore ai livelli pre-pandemia del 2019) con un tasso di motorizzazione altissimo: ovvero 69,4 auto ogni 100 abitanti. L’età delle autovetture inoltre è significativa: Il 23% ha infatti oltre 20 anni.
L'incidenza della fascia di reddito sull'uso del mezzo privato
Lo studio ha evidenziato anche la stretta correlazione fra l’uso del mezzo privato con la fascia di reddito: chi utilizza maggiormente le auto sono le fasce di reddito sotto i 15mila euro, che rappresentano il 72% della popolazione. Per quanto riguarda le fasce di reddito tra i 20 e 25 mila euro la percentuale si attesta al 67,5% mentre per reddito oltre 25mila euro la percentuale è del 56,4%.
Nelle zone periferiche la quota di mobilità attiva scende sotto il 20%, la quota di trasporto pubblico sotto al 5%, mentre il peso di auto e moto supera il 75%. Dallo studio emerge infine anche che coloro che appartengono a fasce di reddito basse sono anche quelle meno inclini alla sostenibilità.
Trasporto Pubblico Locale in difficoltà
Il trasporto pubblico rimane in difficoltà perché, nonostante i timidi segnali di ripresa (+1,2% nel 2023), non riesce a recuperare le quote pre-pandemia (-2,2%). A preoccupare anche il calo demografico previsto da Istat che produrrà una riduzione del -2% degli spostamenti al 2034 e del -7% al 2044. Gli impatti maggiori degli spostamenti si ripercuoteranno sulle fasce di età dei 14-19 anni, -15% al 2034 e -28% al 2044. Anche quelli dei lavoratori subiranno una contrazione del -6% al 2034 e del 14% al 2044. Questi dati riguarderanno di più gli spostamenti con i mezzi pubblici che sono utilizzati in maniera maggiore dagli studenti rispetto agli altri mezzi di trasporto.
La crescita del settore ferroviario
Positiva invece la situazione del settore ferroviario: Alta Velocità e Intercity registrano infatti una crescita, tra il 2019 e il 2023, rispettivamente di +2% e +10% di passeggeri. E nel primo semestre del 2024, rispetto al primo del 2019, rispettivamente sono aumentati di un +7% e un +5%.
La sintesi sulla mobilità degli Italiani
Il quadro di evoluzione della mobilità degli Italiani resta contrassegnato da un forte squilibrio modale, peggiorato dopo la pandemia, che nell’ultimo anno e mezzo ha manifestato segnali di miglioramento ma ancora molto deboli. Le politiche locali e della pianificazione per la mobilità sostenibile e integrata risultano ancora insufficienti per incidere sul riequilibrio modale. Le profonde fratture territoriali penalizzano poi soprattutto le aree povere anche a causa della mancanza di infrastrutture e di servizi.
Di cosa c'è bisogno
In conclusione, dal rapporto Audimob di ISFORT emerge il bisogno di un cambio di passo più deciso del sistema per cogliere le opportunità dalla rivoluzione tecnologico-digitale in atto e per accelerare la transizione verso modelli di mobilità sostenibili, innovativi ed integrati e per ridurre le marginalità dei segmenti territoriali e socioanagrafici del Paese.
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