I risultati della settima edizione dell'analisi congiunta di ASSTRA e Intesa Sanpaolo, intitolata “Recupera la domanda di TPL, ma l’inflazione corre più del Fondo Nazionale Trasporti e delle tariffe” rivela un quadro complesso per le aziende di trasporto pubblico locale. Le imprese hanno efficacemente impiegato gli stanziamenti statali per l'acquisto di nuovi mezzi e infrastrutture, incrementando anche la digitalizzazione di servizi e processi. Nonostante la performance economico-finanziaria si attesti su livelli positivi, benché variabili tra le diverse realtà, la crescita futura è resa vulnerabile dalle incertezze sulle risorse disponibili.
Alla luce di questa situazione, per assicurare uno sviluppo stabile, ha ricordato il presidente di Asstra Andrea Gibelli, è necessario procedere con urgenza all'indicizzazione del Fondo Nazionale Trasporti (FNT), ripristinare il finanziamento per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) e definire una strategia di lungo termine post-PNRR.
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Ripresa dei passeggeri e redditività in crescita
Nel 2024, il valore medio della produzione delle aziende di TPL ha registrato un incremento del 4% rispetto all'anno precedente. Tuttavia, sebbene il valore sia aumentato, la ripresa della domanda complessiva di trasporto pubblico locale è stata più lenta di quanto stimato inizialmente, con dinamiche disomogenee per modalità di trasporto e territorio.
La domanda di mobilità da parte dei passeggeri continua a crescere, seppur con un ritmo più lento rispetto alle previsioni, e si attesta a -10% rispetto al 2019 (pre-Covid). Questo dato riflette nuovi schemi di mobilità, caratterizzati da un maggior numero di spostamenti, ma su percorsi più brevi. In parallelo, la redditività ha mostrato un netto miglioramento: il margine operativo lordo (MOL) è salito in modo trasversale, attestandosi all'8,8% nel 2024, in netto aumento rispetto al 7% registrato nel 2023.
Le stime per il 2025 prevedono che l'incremento del 2% del valore della produzione e dell'1,9% dei costi operativi dovrebbero condurre a una lieve crescita aggiuntiva del MOL, pari allo 0,6%.
Efficienza operativa e gestione dei costi
Le aziende TPL hanno migliorato l'efficienza nella gestione delle spese, portando a una riduzione dell’incidenza dei costi operativi totali. Questa flessione è dovuta in parte al progressivo allentamento delle pressioni sui prezzi energetici, che avevano caratterizzato il biennio 2021-2022, riducendo i costi per acquisti. L'incidenza del costo del lavoro è calata, grazie alla contestuale crescita del valore della produzione.
Ciononostante, il costo mediano del lavoro per ogni dipendente ha continuato ad aumentare, passando da 45,5 mila euro a 49,4 mila euro. In termini di costi unitari, il costo mediano per vettura-chilometro nel 2024 è risultato pari a 4,2 euro, un valore leggermente superiore rispetto ai due anni precedenti. Tuttavia, l'andamento dei costi per passeggero indica una progressiva diminuzione delle spese unitarie, poiché l'aumento del numero di passeggeri supera la dinamica di crescita dei costi complessivi.
Accelerazione degli investimenti e transizione ecologica
L'attenzione verso il rinnovamento delle infrastrutture e del materiale rotabile è rimasta elevata per tutto il triennio esaminato. Nel 2024, gli investimenti materiali, comprendenti mezzi e opere, hanno costituito il 12,6% mediano del valore della produzione. Grazie anche ai programmi finanziari nazionali ed europei, l’età media della flotta autobus è scesa notevolmente, passando da 12,1 anni nel 2018 a 9,4 anni nel 2024.
Sul piano delle propulsioni, sebbene la propulsione diesel sia ancora preponderante nel trasporto pubblico locale, il 75% dei veicoli è ora di classe Euro 5, Euro 6 o elettrico. Questo sforzo verso la transizione è confermato dalle previsioni di un aumento del 74,1% nelle immatricolazioni di bus elettrici previste per il solo 2025. Lo stato di attuazione degli investimenti PNRR risulta eccellente al primo semestre 2025, con la Missione 2 (rivoluzione verde) al 65% e la Missione 3 (infrastrutture) al 59%. Le aziende dovranno comunque affrontare una significativa concentrazione di obiettivi da completare nel primo semestre del 2026.
Il divario tra tariffe e innovazione
Un elemento di seria criticità per la solidità futura del settore rimane il regime tariffario, poiché i prezzi dei titoli di viaggio crescono a un ritmo decisamente inferiore rispetto all'inflazione. Tra il 2016 e il 2025, mentre l'inflazione totale è salita del 25,2%, la tariffa media è aumentata solamente del 12,5%.
Questo scollamento è visibile nel dettaglio dei prezzi: il costo medio del biglietto a tempo è passato da 1,39 euro a 1,67 euro, mentre l'abbonamento mensile è salito da 36,3 euro a 38,2 euro.
Le soluzioni per un futuro attrattivo e sostenibile
Di fronte a queste incertezze, Andrea Gibelli, presidente di ASSTRA, ha sottolineato tre interventi essenziali per garantire la vitalità del settore:
- stabilizzare il Fondo Nazionale,
- garantire il finanziamento integrale del CCNL,
- assicurare la continuità degli investimenti anche nel periodo successivo al PNRR, al fine di salvaguardare la stabilità del servizio.
Ribadendo che l'efficienza operativa non è collegata in modo stringente alla dimensione delle aziende, Gibelli ha inoltre identificato l'innovazione sui ricavi come una leva cruciale per l’avanzamento dell’intero comparto. Nel dettaglio, propone che le tariffe siano collegate agli investimenti destinati al miglioramento del servizio e suggerisce l'adozione di meccanismi avanzati come la differenziazione tariffaria in base all'orario e l'implementazione della regolazione tramite price cap in tutti i contratti di servizio.
Questo permetterebbe di raggiungere contemporaneamente l'equilibrio economico e di rendere il trasporto pubblico più sostenibile e attrattivo. A tale scopo, anche Laura Campanini di Intesa Sanpaolo ha concluso ribadendo la necessità di misure di supporto stabili e mirate nel lungo periodo, per garantire la qualità, la regolarità e la continuità degli investimenti.
PUBBLICAZIONE
12/12/2025